domenica 20 marzo 2011

La Mega Bandiera!


Per moltissimi cittadini italiani il Tricolore e l'Unità della Nazione hanno ancora un SENSO.

Vicenza. Un video su Vicenza e l'Unità d'Italia del consigliere comunale Raffaele Colombara (GUARDA), la festa ieri in piazzale della Vittoria e oggi il mega-tricolore issato sulla Basilica Palladiana. Così Vicenza ha celebrato il 150° dell'Italia unita. Ieri erano le 9.33 quando il Tricolore è stato issato sul pennone di piazzale della Vittoria. Attorno, oltre alle autorità e alle forze dell'ordine, centinaia e centinaia di cittadini. Tutti lì, nel luogo simbolo di Vicenza, dove più di un secolo e mezzo fa si è scritta la storia, grazie al valore e al coraggio di migliaia di vicentini uniti per respingere l'esercito straniero. Una storia di resistenza; tappa fondamentale per la successiva costituzione dell'unità d'Italia, che è avvenuta 150 anni fa.

Oggi invece è toccato al maxi-tricolore, realizzato utilizzando 1060 strisce di tessuto bianche, rosse e verdi decorate dagli studenti con pensieri e disegni, grande 30 metri per 20, per una superficie totale di 600 metri quadrati, Š stato issato oggi sulla Basilica Palladiana di Vicenza mentre tutta la piazza cantava l’inno di Mameli sulle note della fanfara degli alpini. «Questa celebrazione è tutta di voi giovani - ha sottolineato il sindaco Achille Variati, rivolgendosi agli studenti -. Vorrei che ciascuno di voi guardasse chi gli sta accanto: vedrete che nessuno è uguale a voi, ma ogni differenza è sicuramente positiva». 

Oltre al sindaco, sul palco c’erano il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il presidente del Consiglio provinciale Valter Gasparotto che hanno sostenuto l’iniziativa insieme al consigliere delegato alle celebrazioni per il 150/o anniversario dell’Unità d’Italia Marco Appoggi. Insieme al sindaco è salito sul palco anche il console generale del Giappone a Milano Shigemi Jomori, in città per presentare il festival «Haru no Kaze-Il Giappone a Vicenza» che si inaugura proprio oggi. I ragazzi gli hanno dedicato un lungo applauso al quale il console ha risposto ringraziando per la solidarietà.

TRANSENNE E ASSENTI. Tornando a ieri il prefetto Melchiorre Fallica, proprio al momento del suo arrivo, ha compiuto un gesto significativo togliendo le transenne che dividono i cittadini dal palco e richiamando a sé la folla giunta per assistere all'alzabandiera. Sul palco anche il sindaco Achille Variati, con il gonfalone della città, e il vicepresidente della Provincia, Dino Secco, al posto di Attilio Schneck assente come gli altri leghisti vicentini. E poi, oltre ai sindaci dei Comuni e alle altre autorità, i rappresentanti delle forze militari e della polizia di Stato, della croce rossa, dei vigili del fuoco, della Protezione civile e delle associazioni combattentistiche e d'arma. Senza dimenticare la Fanfara dei bersaglieri ha accompagnato la celebrazione suonando l'inno in occasione dell'alzabandiera. 

BANDIERA. O meglio, intona l'inno di Mameli prima dell'alzabandiera. Sì, perché come vuole la più classica delle leggi, quella di Murphy, nonostante le prove effettuate prima della manifestazione, il meccanismo automatico che doveva issare il Tricolore lungo il pennone di monte Berico si è inceppato sul più bello. Passano alcuni minuti prima che i tecnici riescano a sistemare il problema e che la grande bandiera possa sventolare sullo sfondo di un cielo, per l'occasione, azzurro. «Meglio così - incalza il prefetto - L'inconveniente ha permesso di applaudire di più la bandiera».

DISCORSO. Il Tricolore sventola coccolato dal vento, mentre il prefetto Melchiorre Fallica saluta il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. «È bello e significativo festeggiare oggi - afferma - in questo colle che ha visto l'eroismo dei vicentini e dei tanti volontari che da tutte la parti d'Italia e anche dall'estero combatterono nel maggio e nel giugno del 1848 per impedire l'avanzata dell'esercito austriaco. 
Grazie a quell'eroismo, portato ad esempio in tutto il territorio italiano, 18 anni dopo, una volta avvenuta l'annessione al Regno d'Italia, il Re Vittorio Emanuele II venne a decorare la bandiera della città con la medaglia d'oro al valore militare».

ORGOGLIO. Fallica pensa al passato, ma guarda al futuro. E si rivolge in modo particolare alle giovani generazioni. «Il messaggio che vorrei inviare a tutti, soprattutto ai giovani -continua - è quello di recuperare i motivi di fierezza e di orgoglio nazionale: abbiamo bisogno di una consapevolezza storica comune per affrontare con indispensabile fiducia le sfide che ci attendono e che mettono alla prova il nostro paese. È indispensabile un nuovo impegno condiviso che tenga conto di quello che l'Italia ha rappresentato e rappresenta nel mondo. È dai giovani che dobbiamo ripartire, perché quando sono stimolati sanno dare il meglio, come abbiamo visto sempre a Vicenza dopo l'alluvione dello scorso novembre. Viva Vicenza, viva l'Italia». 

AMBIENTE. A dire la verità di giovani, fatta eccezione per gli studenti della scuola media "Carta", non se ne sono visti tanti in piazzale della Vittoria. Si è respirata comunque un'atmosfera di festa con tante famiglie giunte per ascoltare il prefetto Fallica. Tutti con il Tricolore in mano, oppure al collo oppure ancora in testa. Ma c'è qualcuno che cerca anche la polemica silenziosa, mostrando un cartello con scritto "Pontelandolfo", in memoria dell'eccidio dell'agosto del 1861 perpetrato dai bersaglieri di Pier Eleonoro Negri. Ma gli altri intanto continuano a rimanere con il naso all'insù intenti ad ammirare il Tricolore e ad ascoltare la Fanfara dei bersaglieri. Il corpo combattente con le piume sul cappello, infatti, suona, corre e si esibisce davanti alla moltitudine di presenti. Si è trattato di un passo fatto indietro nel tempo. O, per meglio dire, centocinquanta passi che sono stati compiuti indietro nel tempo.

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