domenica 15 marzo 2009

Acqua San Rubinetto


Esito campionamento acque Brendola


A metà dicembre abbiamo fatto protocollare dall'ufficio segreteria del comune alcune proposte del nostro gruppo consigliare, tra le quali figurava anche quella di informare periodicamente, attraverso il sito del comune, i cittadini sui risultati delle analisi sulla qualità dell'acqua dell'acquedotto, che periodicamente vengono effettuate.
Dai primi giorni di gennaio 2009 tali risultati hanno iniziato ad apparire come link appunto sul sito del comune nostrano, insieme alle misurazioni dei campi elettromagnetici generati dalle antenne installate sul territorio per i telefonini. Siamo contenti che, grazie anche al nostro contributo, l'amministrazione si sia adoperata in tale direzione. Avanti così dunque.

Michele Massignani
Consigliere Progetto Civico per Brendola



[...] Direi che , per i parametri analizzati, nel rispetto della normativa abbiamo un'ottima acqua (lo direi sottovoce, che non pensino di imbottigliarla e venderla alle foci della laguna) e che se il pigro brendolano medio vuole, può bere a garganella dal rubinetto senza sfiancarsi con pacchi di bottiglie.
Parere personale, hanno analizzato alcuni parametri(certamente i più importanti)...potremmo chiedere che ogni tanto ( due volte anno?) vengano analizzati tutti? Certo che sono importanti cloro e nitriti, ma a mio parere anche il residuo fisso non è da trascurare ( cioè, magari il cromo\nitriti e similia sono ok, ma il residuo fisso è altissimo e rischio calcoli renali in due anni...) e come lui altri parametri. [...]

Gaetano Rizzotto
Medico Veterinario



Assodato che l'acqua brendolana è buona, non dobbiamo perdere di vista l'inquinamento generato dal commercio delle acque minerali. Si stima che una bottiglia faccia mediamente 40mila km per arrivare sulle nostre tavole, contando dal momento in cui viene prodotta la bottiglia fino al percorso dal supermercato a casa nostra.
Oltretutto le bottiglie possono restare alla luce solare o a temperature relativamente elevate, specialmente d'estate, e sicuramente, per quanto sia stabile il PET (polietileneteraftalato), qualcosa migrerà... altrimenti perchè scrivere sulle etichette "tenere lontano dalla luce solare"?
Quindi, per concludere, chi si sente più sicuro bevendo l'acqua in bottiglia, perchè meno inquinata, forse non tiene conto dell'inquinamento "invisibile" dato dall'imbottigliamento, dal trasporto ecc. che in un modo o nell'altro arriva, solo che non ce ne accorgiamo.

Emanuele Mercedi
Dottore in Sicurezza Igienico Sanitaria degli Alimenti

ATO Valle del Chiampo


da qui


Questa mattina sono andato ad un incontro a Castello di Arzignano, rivolto agli amministratori dei comuni interessati. Io rappresentavo il mio gruppo e forse l'intero comune, visto che non c'era altra anima residente a Brendola.

A partire dal prof. Stefano Fracasso, Sindaco di Arzignano e Presidente di questa ATO, è stata illustrato il cammino fatto dalla commissione (3 docenti, uno dell'Università di Padova, uno di Pavia e uno di Trento) nella ricerca di una tecnologia che consentisse un trattamento dei fanghi di conceria dopo la depurazione. Oggi come oggi si essiccano quasi completamente e poi si stoccano in discarica. La soluzione discarica non è più percorribile per legge e l'ultima che abbiamo può incamerare fanghi per altri 5 anni solamente.

Il prof. Paolo Canu, docente di Ingegneria di Padova e membro della commissione, ha riassunto il percorso fatto e ha concluso prendendo in considerazione una sola tecnologia, la pirolisi, cioè un riscaldamento fino a 7-800°C in assenza di ossigeno, in modo che la parte organica degradata dia origine a un cosiddetto singas,cioè una sorta di biogas, penso, e la parte minerale possa venire stabilizzata e stoccata senza pericoli di rilascio. Oltre alla pirolisi anossica, si è parlato anche di una con una piccola parte d'aria, per far si che il processo non risulti endotermico e una con ossigeno puro.

Il problema più scottante di questi fanghi è sicuramente la presenza di cromo trivalente, che in ambiente ossidante (e.g. combustione) diventa cromo esavalente. Per ovviare a questo, quindi, si passa a processi in assenza o quasi di ossigeno evitando appunto che si formi il Cr6.

Oltre ai tecnici si sono succedute persone molto preparate sull'argomento, come il prof. M. Rialfatti, docente di Igiene, presso la Facoltà di Farmacia (di Pd, se non erro) che ha detto una cosa che mi è piaciuta un sacco. Ha ripreso il passaggio in cui il Prof. Canu ha scartato i processi di combustione, anche se un'azienda aveva proposto l'abbattimento del Cr6 nei fumi, dicendo che il problema è bene risolverlo a monte, cioè non produrre Cr6. Mi vien da fare lo stesso pensiero per i rifiuti: prima di parlare di differenziata, pensiamo a fare meno rifiuti (non comprate i salumi tagliati nelle vaschette di plastica!!!), poi parliamo di differenziata e poi, come ultimo step, pensiamo a quello che non si può riciclare.

Infine si è parlato di tempistica. Al contrario della solita marcia ridotta nel pubblico, questo processo sarà molto velocizzato poiché la regione ha fatto una certa operazione di recupero di fondi dal ministero, che però deve essere “ripagato” con concretezza.

Non mi dilungo oltre, anche se ci sarebbe da scrivere per un'altra mezz'ora.

Per concludere, devo dire che questa mattina ho passato tre ore ad ascoltare e non mi è mai venuto sonno! Davvero interessante!


Emanuele Mercedi
Progetto Civico per Brendola

venerdì 13 marzo 2009

Forze dell'ordine nella City



Promesse e fatti

Capita spesso durante una campagna elettorale che le diverse parti in competizione tra loro cerchino di conquistare quote crescenti di consensi, facendo leva su quelli che alcuni commentatori politici spesso definiscono come “sentimenti irrazionali”, cui l’opinione pubblica presta più facilmente l’orecchio perché legati al sentire profondo e immediato – insomma, per dirla tutta - alla pancia piuttosto che al cervello. E’ quello che è capitato anche a Brendola nella scorsa primavera, in occasione dell’ultima tornata amministrativa (lo stesso comitato di redazione di In Paese nello spazio dedicato alle tre liste aveva riservato una domanda specifica al tema): sto parlando, forse si sarà già capito, dell’annosa questione della sicurezza, o meglio della percezione che di essa e delle altre tematiche legate alla vita comunitaria avevano i cittadini. Peraltro, anche a livello nazionale, si stava facendo un gran parlare di extracomunitari senza permesso di soggiorno, di microcriminalità scatenata e di un territorio abbandonato a se stesso, nel quale ormai a farla da padrone erano gruppi più o meno irregolari di stranieri, che una volta raggiunto il suolo italico, erano liberi di spadroneggiare in lungo e in largo nelle nostre contrade come e quanto avessero inteso fare. Nel nostro piccolo anche noi ci siamo adeguati, ed ecco spuntare nelle promesse e nelle dichiarazioni dei candidati delle varie liste domande e promesse più o meno veritiere a proposito della necessità di assicurare al nostro territorio, la maggiore copertura e la più ampia protezione possibile. Di sicuro ciò che era stato fatto fino a quel momento non bastava più: serviva una decisa sterzata, capace finalmente di rassicurare il contribuente spaventato da cotanta mancanza di certezze. “I vigili a Brendola – I vigili a Brendola”. Questo il grido che da più parti si è levato per cercare di invertire il trend negativo della non sicurezza a casa nostra. Il caso ha voluto che tra i più decisi nel sostenere questa necessità ci siano stati gli attuali membri della maggioranza che amministra il nostro comune: a più riprese, infatti, essi hanno pubblicamente dichiarato che una delle priorità sarebbe stata proprio quella di ri-portare a Brendola il comando dei vigili urbani, completo di ufficio, attrezzature logistiche e mezzi motorizzati; memorabile a questo riguardo l’esternazione effettuata nel corso del dibattito pubblico tra i tre candidati alla carica di primo cittadino: “Dichiaro pubblicamente, qui stasera davanti a tutti, che se sarò eletto farò ritornare al più presto a Brendola i vigili”. La scelta della precedente giunta, di entrare a far parte di un consorzio di comuni limitrofi capace di gestire collegialmente tale servizio, “diluendo”i costi di gestione, venne considerata una scelta “debole”, ormai del tutto sorpassata dal rapido volgere degli eventi. La campagna orchestrata a favore del ritorno dei vigili, a conti fatti, nel breve periodo ha pagato, visto che i risultati elettorali hanno sancito una netta affermazione della lista “Noi per Brendola”. D’altra parte, quanto promesso aveva del clamoroso, dato che si assicurava la presenza “stanziale” della polizia urbana lasciando inalterati i costi finanziari già messi a bilancio, per una tipologia di servizio però assai differente. Tutto questo il nostro gruppo consigliare lo ha sempre sostenuto, in tutte le sedi e nei confronti di qualsiasi interlocutore. Dopo le elezioni, i nodi sono venuti al pettine, visto che è stato necessario mantenere quanto precedentemente promesso. E qui per la nuova maggioranza sono iniziati i problemi dato che in Municipio, fatti quattro conti, ci si è resi conto assai presto che quanto era stato generosamente garantito, non poteva però essere effettivamente attuato: per dirla in altro modo, un comune di 6.700 abitanti come Brendola, non si poteva assolutamente permettere il lusso di avere alle proprie stabili dipendenze alcun personale di polizia locale, a meno che non fossero drasticamente rivisti al rialzo i preventivi di spesa. L’epilogo finale è ormai noto a tutti: il nostro comune dal primo gennaio di quest’anno è entrato a far parte di un nuovo consorzio tra sette comuni per la gestione collegiale del servizio di polizia municipale: il comando centrale di tale nuovo ente è stato individuato lungo la statale 11, nel centro abitato di Alte Ceccato; a fronte di una maggiore offerta quantitativa di ore da dedicare ai servizi sul territorio, è cresciuto però anche proporzionalmente l’impegno economico (circa 16.000 euro in più messi in preventivo). In pratica, una faccia diversa della stessa medaglia. Valeva la pena sollevare nei mesi passati un tale polverone, se poi alla fine i risultati sono stati quelli appena descritti? Mah. Credo francamente che nelle questioni che riguardano la cosa pubblica sia necessario un maggiore equilibrio, soprattutto quando non si era certi di poter portare a casa quanto già è stato dato per compiuto e in realtà non lo era affatto. Una maggiore e più proficuo dialogo con i cittadini può portare invece a stabilire una serie di priorità, da rendere attuabili però con realismo e senza nascondersi le difficoltà e gli ostacoli che in tempi di crisi economica come questi sono ancora più palesi da comprendere. Credo che se l’opinione pubblica riesce a mettere a fuoco ciò di cui essa ha bisogno, attraverso il confronto e il dialogo, con uno sforzo condiviso il risultato desiderato alla fine si può ottenere, basta che ogni soggetto coinvolto faccia la propria parte. Le promesse urlate e sbandierate ai quattro venti spesso lasciano il tempo che trovano, l’impegno e la serietà quotidiana invece portano lontano.

Michele Massignani
Consigliere Comunale
Progetto Civico per Brendola