mercoledì 9 giugno 2010

Acqua 2009


Riporto il pensiero di Fabrizio Bedin in merito alla questione "bollette dell'acqua 2009" e che troverete nel prossimo numero di InPaese.


Gentili utenti di Acque del Chiampo,

vi è una spiegazione che ci sarebbe stata dovuta riguardo le bollette acqua dell’anno 2009.
Infatti in ogni bolletta relativa ai pagamenti del suddetto anno vi è un addebito di euro 13,10 per relativi MC 82, sotto la dicitura “Altre voci di fatturazione” denominato “Conguaglio 2008”.
Visto che non capivo cosa ci fosse da conguagliare nei metri cubi che la mia famiglia aveva consumato, mi sono permesso di richiedere gentile spiegazione all’attuale ente gestore.
Con molta cortesia mi è stato risposto quanto segue (riporto un sunto):
Il 20 Gennaio 2009 a causa di una richiesta di recupero tariffario pari a 535.000 Euro presentata da MBS (vecchio gestore acqua) e relativa all’esercizio 2008, dovuta ad una contrazione dei consumi, l’assemblea d’ambito (tutti i legali rappresentanti dei comuni che formano l’ente gestore) ha deliberato di “assicurare il recupero dei costi di investimento di esercizio secondo il principio del recupero dei costi” come previsto dall’art. 154, comma 1 D.Lgs 152/2006.
In pratica non è stata consumata l’acqua che loro prevedevano si consumasse, generando un buco economico il cui importo è stata recuperato come detto sopra (e per buona pace di tutti quelli che hanno applicato il risparmio idrico). La cifra è stata “gentilmente prelevata” ad ogni utente dei comuni di Brendola, Lonigo e Montecchio Maggiore.
Ora, sulla legalità della questione io non ho conoscenza per dire qualcosa. Servirebbe un ricorso legale, che personalmente non credo valga la pena attivare. Preferirei invece una semplice ma esauriente spiegazione da chi ci amministra sulla “poca” trasparenza usata.
Comprendo molto le difficoltà che alcuni enti di servizio primario hanno nel rimanere con i conti in ordine; altrettanto credo che se vi è un buco di bilancio straordinario, con una società che risulti sana o sanificata, abbiamo l’obbligo di ripianificare tali scoperture.
Non vi è invece comprensione sul fatto che si siano tenuti nascosti i metodi di recupero del debito. Cosa siamo, degli esseri inferiori che non possono ambire a capire una spiegazione intelligente?
Spero quindi che l’amministrazione si premuri a dare chiarimenti in merito, ed altrettanto spero che questi portino la firma di qualcuno dei nostri amministratori e non dei dipendenti pubblici (cosa che ho notato nei scorsi numeri di In Paese essere divenuta di moda) i quali già compiono un egregio ed importante lavoro amministrativo.

Auspicando quindi che questa poco trasparente pratica non sia compiuta in altri ambiti (vedi buco della società rifiuti), resto in attesa assieme a tutti gli onesti cittadini che pagano le bollette di un semplice ma esaustivo chiarimento sul motivo di tale infelice tacere.

P.S.: mi permetto di fare un appunto sulla cifra di 56.000 euro apparsa sullo scorso numero di In Paese che sarebbe servita per il realizzo delle opere di atletica attorno al campo da calcio. Riporto alcune cifre direttamente dalla delibera di giunta di Giugno 2009 che guardava il costo di questi impianti:

Lavori di realizzazione pista d’atletica, pista per il salto in lungo, … € 62.732,20
Spese tecniche, iva, etc. etc. € 15.767,80
TOTALE OPERE € 78.500,00

Un risparmio di oltre 20.000 euro sul previsionale è una cifra importante. Sperando non vi sia quindi un errore nel riportarla, mi auguro che il mancato esborso serva per finanziare progetti di solidarietà in questo momento di profonda crisi economica (… ed un “benvenuto” a chi finalmente ha capito che la crisi c’è veramente) .

Fabrizio Bedin

Consulta per il PAT

Per chi ha seguito le vicende sulla nuova nata Consulta per il PAT avrà sicuramente letto l'ultima delibera di Giunta, in cui il principio democratico di rappresentare le forze politiche e quindi le idee del paese nelle istituzioni muore.

La delibera "incriminata" è la n 94 del 13.05.2010.
Riporto la lettera che abbiamo indirizzato al Sindaco in merito alla questione.


Egregio Sig. Sindaco,

con la presente, in relazione all’oggetto e alla nostra “richiesta ritiro Consulta PAT e istituzione Commissione di studio” del marzo scorso, siamo ad esprimerle il nostro parere negativo circa le modifiche introdotte con la Delibera n°94 al Disciplinare, in merito principalmente ma non solo all’articolo 3 “Componenti”.

Lei è bene al corrente dei rilievi che abbiamo mosso alla precedente formulazione del Disciplinare. Con la nostra precedente “richiesta di ritiro Consulta PAT e istituzione Commissione di studio” le abbiamo evidenziato tutti i fattori di illegittimità del Disciplinare stesso, così riassumibili:

- si crea uno strumento non previsto dallo Statuto del Comune di Brendola;
- si prevede un rapporto inaccettabile fra membri della Maggioranza (o indicati da essa) e Minoranze di 9 a 1;
- si da il potere alla Maggioranza di nominare membri in rappresentanza delle forze di Minoranza.

Unitamente alla manifestazione di dissenso, come nostra abitudine, abbiamo formulato una proposta che, condividendo gli intenti dell’Assessore, prevedeva oltre al ritiro della Consulta la creazione di una Commissione di studio che faceva rientrare il tutto nel contesto democratico del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni e garantiva al gruppo di lavoro a sostegno dell’attività dell’Assessore piena funzionalità e trasparenza.
La disponibilità manifestata a discutere della nostra proposta lasciava ben sperare per una soluzione condivisa e, pertanto, più efficace e produttiva.

Prendiamo atto che con la Delibera in oggetto ogni volontà di collaborare su un aspetto che riguarda tutti i Cittadini senza distinzione di credo politico viene da parte vostra definitivamente accantonata per proseguire con l’imposizione di procedure antidemocratiche di stampo autoritario.

La modifica del disciplinare prevede che 9 membri su 11 siano nominati dalla Maggioranza cioè l’82% quando il peso elettorale della coalizione che lei presiede è del 45%. L’altro aspetto ancor più inaccettabile è che l’Assessore (del cui comportamento le ricordiamo lei deve comunque sempre rispondere) si arroga il diritto di scegliere chi più gli aggrada fra i membri che le Minoranza devono proporgli.

Facendo appello alla correttezza e al rigore morale che le abbiamo sempre riconosciuto, le chiediamo di prendere atto che in un organismo così congegnato di democratico non c’è nulla. Ogni riferimento a periodi storici del nostro passato nei quali l’imposizione di pratiche dittatoriali e la soppressione delle voci dissonanti erano divenute strumenti correnti di governo sono quanto mai appropriati.

A queste condizioni, pur con tutta la buona volontà dimostrata fino ad ora, non possiamo garantire nessun sostegno a quanto ci viene imposto e la informiamo pertanto che non forniremo all’Assessore nessuna rosa di nomi.

Le ribadiamo i pericoli che questo modo di procedere porterà. La Consulta così costituita non avrà alcuna credibilità in quanto sarà percepita come espressione di “una sola parte” della Comunità. Inoltre il fatto che i suoi membri non possano (Articolo 5 del Disciplinare) divulgare il contenuto delle questioni dibattute la fa somigliare ad una sorta di “setta segreta” che genererà solo sospetti e dubbi circa l’imparzialità del suo operato e l’equidistanza rispetto a tutti i soggetti portatori di interessi.

La invitiamo inoltre a tener conto di un ulteriore aspetto. L’istituzione di tale Consulta potrà essere oggetto di ricorso con esito positivo pressoché certo visto il chiaro profilo di illegittimità; pertanto la vostra perseveranza nel volerla attivare mette a rischio ogni atto, provvedimento, determinazione che, legato al processo che deve portare alla definizione del PAT, dovesse essere riferito all’attività della Consulta stessa.

La invitiamo, in ultima istanza, a fermare questa deriva della quale lei è comunque il responsabile al massimo livello. Se il suo Assessore vuole un gruppo di lavoro che lo aiuti e lo consigli lo faccia, nessuno glielo può impedire. Lei però non può avallare questo uso distorto di una mandato popolare ricevuto per governare e non per esibire arroganza e prevaricazione. Lei è il garante del corretto funzionamento dell’istituzione comunale che, fino a prova contraria, non può essere piegata alle necessità di un Assessore; lo persuada, nel caso non l’abbia ancora capito, che la logica del servizio che deve caratterizzare il suo mandato va indirizzata nella direzione contraria.

Cons Michele Massignani
Progetto Civico per Brendola