Riportiamo l'articolo apparso su InPaese di Dicembre, dalla penna del nostro carissimo Fabrizio Bedin in risposta ad uno scritto di Michele Storti del mese precedente.
Ho letto con interesse l’articolo apparso su In Paese del mese scorso a me indirizzato. Ringrazio chi l’ha scritto in quanto, oltre a darmi stimolo per alcune riflessioni, mi da modo di fare anche alcune dovute precisazioni.
Questa volta scrivo a titolo esclusivamente personale (se si voleva citare il gruppo penso sarebbero stati usati altri riferimenti nel precedente articolo) in quanto non è mia intenzione coinvolgere Progetto Civico in polemiche che tra l’altro cercherò di evitare.
- Rapporto fiduciario tra un’amministrazione ed il personale comunale: il rapporto fiduciario è importante, ma un’amministrazione credo abbia l’obbligo di preservare il buon funzionamento degli stessi uffici. Unico vincolo per dei nuovi amministratori è quello di decidere entro pochi mesi dall’insediamento se proseguire il proprio rapporto di lavoro con il Segretario Comunale. Attualmente tutti questi cambiamenti hanno portato ad avere pratiche che non riescono ad avanzare negli uffici tecnici, con conseguente perdita di tempo e di denaro (oltre ad inevitabili nervosismi) da chi si aspetta dai suddetti uffici una certa efficienza. Bastava concordare con chi aveva deciso di andarsene (se è vero che avevano deciso di andarsene tutti con la vecchia amministrazione penso sarebbe stato anche facile) di rimanere qualche mese in più per “passare le consegne”, cosa che nel pubblico si può fare. Tutti, amministratori per primi, ne avrebbero beneficiato.
- Sull’accordo elettorale riporto quanto avvenuto: il gruppo cui appartengo, una volta deciso che avrebbe partecipato alla corsa elettorale, è andato a sentire i due schieramenti che sarebbero sicuramente scesi in campo. Le condizioni principali che si ponevano erano quelle di non avere etichette politiche in quanto Progetto Civico nasce fuori dei partiti (Destra e Sinistra a Brendola hanno altri nomi e cognomi in questo momento) e di non essere portabandiera di alcuna specifica persona (tutti abbiamo messo la nostra faccia senza avere alcuno che manovrava alle spalle). Per una questione di trasparenza abbiamo sentito sia la Lista Elena sia la Lista Ceron (non ho visto parrucche o parrucchieri, ma solo persone che portavano le loro argomentazioni). Ovviamente le controparti hanno posto i loro paletti e l’accordo non si è fatto né con gli uni né con gli altri. Vi è stata quindi la corsa elettorale ed ogni gruppo ha portato alla cittadinanza le proprie motivazioni. I numeri oggi ci dicono che chi attualmente ci amministra lo fa con meno del 50% dei consensi. Non riesco a capire come avremo potuto, se non con un accordo, fare vincere sicuramente l’uno o l’altro schieramento.
- Sull’incompiuta: abbiamo la fortuna di abitare in un paese dove è ancora possibile dire la propria opinione. Preferirei che queste opinioni fossero espresse con toni pacati e non offensivi, ma mi rendo conto che per questo abbiamo ancora molto da crescere. A Brendola ci sono ad oggi varie posizioni sulla questione (la mia ho già avuto modo di esprimerla in passato). Abbiamo, come gruppo, deciso di non dire un No a prescindere ad un percorso avviato. Nessuno di noi si è voluto arrogare il diritto di avere la verità in tasca. E’ stato cercato di capire le varie ragioni del Si e del No a tale progetto, proseguendo in quei passi istituzionali che erano obbligati nel momento in cui si cercava di trovare un certo tipo di soluzione. Certo mi sarebbe piaciuto un dibattito al di fuori degli slogan che hanno visto come ultimo capitolo quello economico (vedi reali introiti per il comune, perizia di stima, quali opportunità per la nostra comunità ne sarebbero nate… sicuramente da approfondire), ma questo non è stato possibile.
Chiarito i concetti di cui sopra spendo un paio di parole sul gruppo Progetto Civico. Penso sinceramente che il gruppo cui appartengo sia una grande opportunità per il paese. E’ difficile trasmettere in poche righe quale pluralità d’idee vi è al suo interno. Tutte sono ascoltate, accolte, criticate (non la pensiamo, per fortuna, sempre tutti allo stesso modo). Tutti possono contribuire con la propria opinione. Le stesse posizioni degli altri gruppi sono valutate con attenzione perché possono essere occasione di crescita. Che dire, un gruppo che sa ascoltare, pensare e poi tradurre in proposte concrete cercando di dare una propria lettura riguardo a quella che è la vita del nostro paese, al di fuori di giudizi preconcetti e sempre nel rispetto delle opinioni altrui.
Detto questo chiudo con la speranza che questo foglio, di cui ringrazio la redazione per il puntuale e prezioso lavoro d’informazione, in futuro non sia più costretto ad accogliere altri articoli di questo tenore, ma venga corredato da spunti che possano solo portare del bene per le persone ed il nostro territorio.
Colgo l’occasione per augurare a tutti un 2009 sereno e ricco di felicità.
Grazie
Fabrizio Bedin